Refrigerazione sostenibile nei supermercati: tecnologie, strategie e prospettive
Negli ultimi anni, grazie a pressioni normative, economiche e ambientali, il tema della refrigerazione sostenibile nei supermercati è emerso come priorità strategica. Non si tratta soltanto di ridurre l’impatto ambientale, ma anche di:
- ottimizzare i costi;
- tutelarsi da futuri rischi normativi;
- e costruire una reputazione competitiva, fondata sulla responsabilità ambientale.
Il settore della distribuzione alimentare, infatti, oltre a giocare un ruolo centrale nell’economia e nella vita quotidiana delle persone, rappresenta pure una delle aree a più alta intensità energetica e climatica.
Tra i fattori di maggiore criticità spicca proprio la refrigerazione: un processo tanto indispensabile per garantire la conservazione dei prodotti, quanto capace di costituire una delle principali fonti di emissioni dirette e indirette di gas serra.
Nei supermercati, ad esempio, fino al 70% delle emissioni di Scope 1 e Scope 2 può essere attribuito ai sistemi di raffreddamento, a causa dell’elevato consumo elettrico e dell’uso ancora diffuso di refrigeranti sintetici ad alto potenziale climalterante.
L’impatto climatico della refrigerazione
Come già accennato, le emissioni legate alla refrigerazione nei supermercati si suddividono in due grandi categorie:
- emissioni dirette derivanti dalle perdite di gas refrigeranti durante le operazioni, le manutenzioni o i guasti. Gli idrofluorocarburi (HFC), ancora ampiamente utilizzati, hanno un potenziale di riscaldamento globale (GWP) migliaia di volte superiore alla CO₂;
- emissioni indirette generate dal consumo elettrico richiesto dai sistemi di raffreddamento. Nei supermercati medio-grandi, questi sistemi possono rappresentare oltre la metà dei consumi totali di energia.
È importante notare che le emissioni annesse ai refrigeranti sintetici superano complessivamente quelle dell’intero settore dell’aviazione civile, rendendo la questione ancora più urgente.
A questo si aggiunge una forte pressione normativa: in Europa, il regolamento F-gas impone una progressiva riduzione dell’uso di HFC fino quasi al phase-out completo entro il 2030, spingendo il settore a cercare soluzioni alternative.
Parallelamente, poi, i costi degli idrofluorocarburi sono via via aumentati in modo drastico (oltre il +800% in pochi anni). Il che ha reso insostenibile a livello economico il loro impiego continuativo.
Verso la refrigerazione sostenibile dei supermercati: soluzioni tecnologiche
Il percorso verso la decarbonizzazione dei sistemi di raffreddamento si fonda su una combinazione di scelte tecnologiche, gestionali e organizzative:
1- Refrigeranti naturali
Le alternative più promettenti agli HFC sono rappresentate dai refrigeranti naturali, che includono:
- anidride carbonica (CO₂, R-744): già ampiamente adoperata nei supermercati europei, presenta emissioni dirette prossime allo zero e garantisce ottima efficienza in climi temperati e freddi;
- propano (R-290): refrigerante altamente efficiente con un GWP quasi nullo, indicato soprattutto per sistemi a bassa potenza come banchi frigo plug-in;
- ammoniaca (NH₃, R-717): usata prevalentemente in impianti industriali e nei centri di distribuzione, offre altissima efficienza ma richiede particolari misure di sicurezza.
L’adozione di tali tecnologie comporta diversi benefici, tra cui la riduzione drastica delle emissioni dirette, l’aumento dell’efficienza energetica e il calo dei tempi di ritorno dell’investimento che variano tra 4 e 10 anni.
2- Efficienza energetica e recupero del calore
Oltre alla scelta del refrigerante, il miglioramento dell’efficienza energetica è cruciale. Alcuni interventi chiave includono:
- installazione di porte sui banchi frigoriferi, che riduce fino al 40% i consumi energetici;
- recupero del calore prodotto dai sistemi di raffreddamento per alimentare il riscaldamento interno o la produzione di acqua calda sanitaria;
- integrazione con fonti rinnovabili, come impianti fotovoltaici sui tetti dei supermercati, per alimentare i sistemi di refrigerazione;
- sistemi di monitoraggio e controllo intelligente, che ottimizzano le prestazioni in tempo reale, riducendo sprechi e guasti.
3- Digitalizzazione e manutenzione predittiva
L’evoluzione tecnologica offre strumenti avanzati per il monitoraggio remoto e la gestione predittiva degli impianti. Sensori IoT e algoritmi di intelligenza artificiale permettono di rilevare anomalie, prevenire perdite di refrigerante e ottimizzare i cicli di funzionamento. Ciò si traduce in minori costi operativi, maggiore affidabilità e ulteriore riduzione delle emissioni.
Strategie operative per i retailer e conseguenti vantaggi
Per rendere concreta la transizione verso la refrigerazione sostenibile dei supermercati, le società che li gestiscono devono adottare strategie chiare e misurabili. Nel suo rapporto “Cooling the Climate Crisis”, l’Environmental Investigation Agency (EIA) ha stilato alcuni principi guida interessanti in tal senso:
- trasparenza dei dati: rendere pubblici i dati relativi a consumi, emissioni e piani di decarbonizzazione. Questo non solo aumenta la credibilità agli occhi dei consumatori e degli investitori, ma permette anche di stabilire benchmark settoriali;
- stop alle nuove installazioni HFC: bloccare sin da subito ogni nuova installazione basata su HFC è fondamentale per evitare lock-in tecnologici e ridurre i futuri costi di conversione;
- coinvolgimento della supply chain: la sostenibilità deve estendersi oltre i punti vendita, includendo i centri di distribuzione e la logistica. Un’infrastruttura interamente priva di HFC permette di ridurre ulteriormente le emissioni complessive;
- formazione e sensibilizzazione: tecnici, manutentori e personale operativo devono essere adeguatamente formati sulle nuove tecnologie e sulle corrette procedure di gestione dei refrigeranti naturali.
L’Agenzia prevede che, adottando tali linee di condotta, i gestori dei supermercati potranno beneficiare di molteplici vantaggi, che andranno oltre la semplice risposta ai nuovi requisiti normativi.
Innanzitutto, sistemi più efficienti significheranno minori consumi energetici: un aspetto particolarmente rilevante in un contesto di volatilità dei prezzi dell’energia. Anticipare i requisiti legislativi consentirà poi di evitare sanzioni, costi imprevisti e difficoltà future.
È altresì importante comprendere che la sostenibilità è ormai un fattore distintivo nella percezione dei consumatori (sempre più attenti alle pratiche ambientali delle aziende). Rendersi conto di ciò rappresenterà di fatto un vero vantaggio competitivo.
È stato inoltre dimostrato che le catene di supermercati che adottano soluzioni a basso impatto ambientale risultano più interessanti per fondi ESG e stakeholder orientati alla responsabilità sociale. In pratica sarà più facile attirare gli investitori.
Le esperienze già in corso presso diversi grandi retailer europei dimostrano che la transizione è possibile. L’adozione di refrigeranti naturali, combinata con efficienza energetica e digitalizzazione, funge da strada maestra per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica.
