Donne e informatica: perché sono una risorsa (purtroppo) ancora rara
Contrariamente a quanto ci si possa aspettare, il binomio donne e informatica ha una correlazione molto stretta e radicata nel tempo: proprio diverse esponenti del gentil sesso hanno infatti fornito alla società un contributo prezioso, che ha permesso lo sviluppo tecnologico e la creazione di device utilizzati nella quotidianità.
Donne e informatica: una questione di “pregiudizi”
Quando si pensa all’informatica si tende, sbagliando, ad associarla a figure prettamente maschili, complice probabilmente anche il fatto che i nomi dietro ai grandi brand di settore sono per lo più di uomini.
Da un certo punto di vista è anche logico pensarlo visto che, in proporzione, le donne impiegate in questo ambito lavorativo sono meno. A confermarlo sono i dati relativi agli studi universitari che sottolineano come il rapporto fra i sessi sia nettamente a favore dei maschi per le facoltà di Ingegneria ed Informatica.
Probabilmente però è proprio questo tipo di “pregiudizio” che determina una così elevata disparità. Detto in modo più semplice, è plausibile che la scarsa affluenza femminile ai corsi legati alle materie sopra citate, sia da imputarsi al fatto che queste ultime vengano viste come una prerogativa per lo più maschile (proprio come avviene per i docenti uomini che sono numericamente inferiori rispetto alle docenti donne).
Nonostante le battaglie di genere che ormai hanno (giustamente) spalancato le porte della parità dei sessi, è inevitabile che quando si scende nelle casistiche specifiche, si fatica ad uscire da schemi mentali, purtroppo, ancora radicati.
Come le donne risolvono i problemi dell’informatica
A prescindere dai discorsi sessisti, resta concettualmente sbagliato intendere l’ingegneria o l’informatica come materie prettamente maschili sulla base dei talenti richiesti. Il compito primario dell’ingegnere non è solo quello di realizzare macchine e strumenti per facilitare la vita dell’essere umano: oltre a questo c’è ben altro.
L’arte dell’ingegneria è la risoluzione dei problemi e l’elaborazione di soluzioni che possano efficacemente rispondere alle esigenze dell’uomo, aiutandolo nella sua evoluzione. Per trovare soluzioni legate a determinati problemi, bisogna capire come gli stessi condizionano le persone.
Questo punto in particolare aiuta a comprendere come i talenti di empatia e di abilità interpersonali tipici della donna si rivelino determinanti per l’informatica, facendo cadere quegli inutili “pregiudizi” di cui si è parlato poc’anzi.
Si può essere programmatori talentuosi e si possono conoscere decine di linguaggi di programmazione, ma se gli algoritmi sviluppati non rispondono davvero all’esigenza per cui sono stati creati o sono troppo complessi per essere fruibili da chiunque, risultano del tutto inutili.
Le grandi donne dell’informatica
Forse in pochi le conoscono, ma le donne dell’informatica che hanno giocato un ruolo determinante nello sviluppo di questa disciplina sono più di 400 e il loro contributo è la base su cui si fondano i più recenti sistemi.
Senza Karen Spärck Jones, ad esempio, oggi non esisterebbe Google che si fonda sugli algoritmi di ricerca da lei sviluppati. Nemmeno i termini “bug” e “debug” esisterebbero senza la brillante Grace Murray Hopper, creatrice anche del linguaggio COBOL. E nemmeno le reti wireless avrebbero mai visto la luce senza le geniali intuizioni di Hedy Lamarr.
Insomma le donne erano, sono e saranno sempre una risorsa più che preziosa per l’informatica e l’ingegneria. Come tali devono quindi essere incoraggiate e spronate a seguire le loro aspirazioni, poiché i talenti in loro possesso sono fonti inesauribili di genialità.