Perché è importante la formazione in cybersecurity del personale?
La formazione in cybersecurity del personale aziendale è uno di quegli aspetti che ogni impresa dovrebbe più tenere in considerazione. Ciò poiché, essendo ormai quasi tutti i settori fortemente dipendenti dalla digitalizzazione, ogni singolo lavoratore si trova prima o poi costretto a confrontarsi con sistemi informatici di qualche tipo.
Un errore comune commesso dagli imprenditori meno attenti è certo quello di intendere la sicurezza informatica come una questione a sé stante, da delegare a tecnici esperti di quel preciso ambito. Per operare nel modo corretto, invece, le varie figure coinvolte nell’organico, oltre a essere consapevoli dei rischi presenti nel web, dovrebbero anche riuscire a evitarli.
Cosa si apprende ai corsi di formazione in cybersecurity
Il fatto che negli ultimi anni l’informatica sia stata integrata in buona parte degli ambiti lavorativi (attraverso l’uso di PC, smartphone, tablet o altri dispositivi sempre connessi), da un lato ha migliorato e semplificato molteplici operazioni, ma dall’altro ha portato situazioni di pericolo talvolta generate da banalissime disattenzioni del personale.
Avere tecnologie all’avanguardia per difendere il perimetro digitale dell’azienda è indubbiamente utile, a patto che i dipendenti riescano per l’appunto a riconoscere le situazioni potenzialmente pericolose. Affinché questo sia possibile, serve quindi per gli stessi una preparazione tanto adeguata quanto aggiornata ai tempi che corrono.
Essa (che dovrebbe garantire una linea difensiva basata su conoscenza ed esperienza, piuttosto che sulla mera identificazione di codice malevolo da parte di programmi antivirus e antimalware) è ottenibile tramite corsi di formazione in cybersecurity, volti a garantire ai lavoratori un’istruzione globale e al contempo anche mirata a specifici aspetti cruciali del loro rapporto con internet.
Oltre a nozioni basilari sull’uso sicuro e consapevole del web (come ad esempio il non aprire e-mail con indirizzi e oggetti strani, l’evitare di cliccare su link di cui non si conoscere l’origine oppure il non utilizzare password facilmente estrapolabili dai malintenzionati), è qui previsto un focus particolare sulle azioni da compiere dopo il verificarsi di un attacco informatico.
Nello specifico viene insegnato sia come gestire le crisi post attacco (modo corretto di agire, chi contattare e quando farlo) sia quali metodi e modalità di comunicazione adottare a seconda degli interlocutori (tra cui le autorità competenti, gli stakeholder e la stampa), soprattutto quando si tratta di aziende quotate in borsa, che devono necessariamente mantenere un certo controllo.
Metodi di insegnamento efficienti
I corsi di formazione in cybersecurity sono in molti casi considerati piuttosto noiosi e pesanti, perché certi argomenti di natura tecnica possono risultare di difficile comprensione per i meno avvezzi all’informatica. Al fine di trovare una soluzione a tale problema, alcuni enti hanno rivisto i propri format educativi.
Sono stati così sviluppati nuovi metodi di insegnamento, incentrati in primis sul cosiddetto induction traning: lezioni notoriamente di natura bidirezionale che, nel prevedere l’interazione costante tra gli studenti e il docente, rendono la spiegazione più discorsiva, stimolante e coinvolgente.
Un altro interessante metodo di apprendimento contempla il “gioco di ruolo”. In questa particolare forma comunicativa (anche detta Gamification) si cerca di far partecipare le persone a livello pratico, rapportandole a simulazioni e sfide pensate apposta per verificare l’effettivo grado di assimilazione dei concetti teorici.
In alcuni ambiti (soprattutto per quanto riguarda la formazione dei tecnici per la sicurezza informatica) vengono addirittura organizzate delle vere e proprie gare interne di hacking, dette Hackathon: soluzioni alternative, che fanno ben comprendere quanto le modalità di formazione del personale siano evolute rispetto al passato e come sia diventato più facile preparare i lavoratori.