Produzione di biometano: dalla distilleria alla rete nazionale
Da ormai qualche anno, la produzione di biometano sta prendendo piede anche in Italia, dove sono sempre di più le realtà locali che scelgono di operare in un’ottica di economia circolare, impiegando gli scarti delle rispettive lavorazioni per ricavare energia pulita.
Se una parte di questa viene usata per sopperire al fabbisogno della fabbrica stessa, l’altra può essere venduta e immessa nel circuito nazionale. Tra i vari tipi di processi adatti alla generazione del prezioso biogas rientrano perfino le attività di distillazione della grappa.
Come funziona la produzione del biometano?
Il biometano è un gas naturale rinnovabile prodotto dalla decomposizione di rifiuti organici, come scarti alimentari, foglie e altri materiali biodegradabili. In generale, la procedura per ottenerlo può essere suddivisa in tre fasi distinte:
- la raccolta dei rifiuti organici;
- la produzione di biogas;
- la purificazione del biogas per estrapolare il biometano.
Dopo la raccolta, i rifiuti vengono trasportati in una struttura di compostaggio o in un digestore anaerobico. Qui comincia il processo di decomposizione ad opera di batteri anaerobici, che metabolizzano gli scarti e producono biogas.
La miscela così generata è composta da metano, anidride carbonica, acqua e altri gas. Per separare il prezioso combustibile dai vari fluidi che costituiscono la miscela stessa, è necessario eseguire l’ulteriore passaggio della purificazione.
Essa può essere effettuata con diverse metodologie, ma le più comuni sono:
- l’assorbimento del carbonio;
- la membrana di separazione;
- la liquefazione.
Con i giusti adeguamenti tecnologici (recentemente brevettati da alcuni ricercatori italiani e che hanno richiesto oltre 16 mesi per l’implementazione in una distilleria di Padova), anche i residui della distillazione della grappa risultano essere un’ottima fonte per la produzione di biometano.
In questo caso è la vinaccia esausta a fornire la base di partenza ideale per la lavorazione. Da essa si possono infatti estrarre i cosiddetti polifenoli, ovvero sostanze naturali pregiatissime e dall’alto valore nutrizionale, utilizzate molto spesso nella formulazione di integratori alimentari.
I vantaggi dell’economia circolare basata sui biogas
La produzione di biometano ha diversi vantaggi: innanzitutto, utilizza gli scarti come materia prima riducendo la quantità di rifiuti destinati alle discariche, inoltre, essendo un combustibile a basso contenuto di carbonio, causa una minore impronta carbonica rispetto a quelli di origine fossile tipo il petrolio e il carbone.
Un altro beneficio da non trascurare è la possibilità di produrlo localmente. Questo fattore in particolare gli ha permesso di attirare l’attenzione degli esperti della Comunità Europea, che lo hanno addirittura indicato nel piano REPowerEU come la fonte di energia del futuro.
Oltre al basso impatto ambientale, infatti, esso permetterebbe di ridurre la dipendenza dalle importazioni di gas naturale estero, arrivando (secondo le stime) a sostituirne più del 25% e aumentando pertanto l’indipendenza energetica europea dalle altre nazioni.
Per queste stesse ragioni diventa quindi cruciale promuovere un’economia di tipo circolare, anche in realtà inusuali tipo le distillerie di grappa. Certo, servono importanti investimenti in termini di innovazione e implementazione tecnologica, ma nel lungo periodo il ritorno economico dovrebbe rivelarsi più che interessante.
Le aziende che hanno già scelto tale tipo di produzione sostenibile dichiarano di aver abbattuto i costi energetici, migliorato qualità – tempistiche produttive e ottenuto regolarmente un guadagno extra dalla vendita del biometano in eccesso sulla rete nazionale.
Per farla breve, si tratta senza alcun dubbio di un’opportunità imperdibile, che ha tutte le potenzialità per valorizzare le produzioni locali, contribuendo al benessere nazionale – europeo di imprese e cittadini.