Storage energetico: come può cambiare il futuro?
Con storage energetico (storage in inglese significa immagazzinare) si intende quel processo di cattura e conservazione dell’energia prodotta in eccesso da fonti diverse, con particolare riguardo per quelle rinnovabili.
Nonostante eolico e solare stiano divenendo sempre più prominenti, la sfida principale legata ai suddetti approcci ecologici è proprio quella di elaborare procedure efficienti per la conservazione del surplus.
Dato che il sole non splende costantemente e il vento non soffia sempre alla stessa velocità, essere in grado di mettere da parte quanto generato nelle giornate buone, diventa fondamentale per garantire la stabilità della rete nei momenti di scarsa produzione.
I sistemi LDES possono migliorare lo storage energetico
I sistemi LDES (Long Duration Energy Storage) rappresentano una categoria di tecnologie dello storage energetico, che è stata progettata allo scopo primario di immagazzinare grandi quantità di energia per lunghi periodi di tempo, generalmente compresi tra le poche ore e le diverse settimane.
Tali soluzioni servono ad affrontare le sfide legate alla gestione delle rinnovabili su vasta scala e a garantire una fornitura tanto affidabile quanto continua anche durante i periodi di scarsità prolungata. Tra gli esempi più promettenti attualmente in fase di sviluppo e collaudo, rientrano senza alcun dubbio:
- batterie a flusso: usando elettroliti liquidi che circolano attraverso celle di stoccaggio, esse possono aumentare la propria capacità di immagazzinamento, aggiungendo solo più elettrolita. Questa flessibilità le rende ideali per lo storage prolungato su larga scala;
- sistemi di accumulo termico: sfruttano le alte temperature per conservare e rilasciare energia. Tra le tecnologie più comuni vi sono i cosiddetti serbatoi di calore, che adoperano materiali a cambiamento di fase per immagazzinarne grandi quantità;
- pompe idroelettriche ad accumulo: attraverso l’energia elettrica, tali apparecchi pompano acqua nei serbatoi collocati in quota durante i periodi di sovrapproduzione, per poi rilasciarla mediante turbine idroelettriche nei momenti in cui la domanda raggiunge il proprio picco;
- tecnologie di accumulo termico avanzate: si tratta di soluzioni basate su processi chimici o fisici, per immagazzinare e rilasciare energia termica in modo efficiente e su larga scala. Quelle più degne di nota sono i materiali termochimici e i sistemi di accumulo di energia solare concentrata.
Poiché le fonti rinnovabili sono spesso distribuite in maniera non omogenea sul territorio e possono essere soggette a variazioni imprevedibili, gli storage diventano fondamentali per bilanciare l’offerta e la domanda di energia a livello regionale o nazionale. Essi contribuiscono inoltre a ridurre la dipendenza dai combustibili fossili e a mitigare i relativi impatti ambientali.
Gli obiettivi per il 2050 e l’impegno italiano
Stando alle stime degli esperti, l’adozione di sistemi di storage energetico sempre più efficienti potrebbe contribuire concretamente al raggiungimento degli obiettivi europei per la decarbonizzazione e della net zero entro il 2050.
È in particolare l’accumulo con idrogeno verde a offrire le maggiori probabilità di successo in tal senso: oltre al fatto che il suddetto gas viene generato tramite elettrolisi e può essere facilmente compresso in sistemi di accumulo, è poi immettibile direttamente nelle celle a combustibile per generare corrente pulita senza ulteriori passaggi.
A sostegno di questa e di tantissime altre soluzioni innovative, c’è anche lo sforzo dell’Italia, che ha di recente ottenuto l’approvazione da parte della Commissione Europea per lo stanziamento di 17,7 miliardi di euro, allo scopo di incentivare lo sviluppo di un sistema centralizzato di stoccaggio dell’energia elettrica.