Combustibili fossili: qual è la situazione globale?
I combustibili fossili rappresentano una delle fonti di energia più utilizzate dall’umanità sin dalla rivoluzione industriale: risorse naturali formatesi nel corso di milioni di anni attraverso la decomposizione di materia organica, sotto l’effetto di pressione e calore. I principali componenti di tale categoria sono tanto il carbone e il petrolio quanto il gas naturale.
Nonostante la loro estrazione e il loro utilizzo abbiano modernizzato profondamente gli aspetti socio – economici dell’intero pianeta, l’inquinamento derivante dalle attività a essi legate inizia a essere percepito come insostenibile. Per questo stesso motivo, si sta cercando di fare tutto il possibile per trovare delle soluzioni alternative.
Cosa sono i combustibili fossili?
Una breve spiegazione sui combustibili fossili e sulla loro relativa origine è d’obbligo, allo scopo di completare il quadro informativo di queste particolari risorse che, seppur controverse, si rivelano ancora estremamente convenienti lato economico.
Il carbone è stata la prima di queste risorse a essere adoperata su larga scala, soprattutto per alimentare le macchine a vapore e le industrie manifatturiere. Si tratta di un materiale solido e ricco di carbonio, che viene estratto da miniere sotterranee o a cielo aperto.
Il petrolio è invece un liquido viscoso, composto da una miscela di idrocarburi. Viene raffinato per ottenere vari prodotti, quali la benzina, il gasolio, il cherosene e altri derivati usati nell’industria chimica.
Infine, il gas naturale è costituito in primis da metano ed è considerato il meno inquinante tra quelli citati. Viene scelto per il riscaldamento domestico, la produzione di elettricità e come fonte di alimentazione per i trasporti.
Perché i combustibili fossili sono pericolosi?
L’adozione intensiva dei combustibili fossili è responsabile di molteplici problemi ambientali e sanitari. Uno dei più preoccupanti è l’emissione di gas serra (in particolare anidride carbonica (CO2)), che contribuisce al cambiamento climatico.
Tra le peggiori conseguenze dell’uso indiscriminato di carbone, petrolio e gas naturale rientra il riscaldamento globale: un fenomeno in grado di causare eventi climatici estremi, l’innalzamento del livello del mare e la perdita della biodiversità.
Inoltre, la combustione di tali risorse genera inquinanti atmosferici dannosi per la salute umana, come ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx) e particolato fine. Questi stessi inquinanti possono provocare malattie respiratorie – cardiovascolari e altre patologie croniche.
Anche l’estrazione e il trasporto di combustibili fossili comportano rischi ambientali significativi, tipo le fuoriuscite di petrolio, il fracking per l’estrazione del gas e la deforestazione per l’estrazione del carbone.
L’attuale situazione globale
Ad oggi, il mercato dei combustibili fossili è caratterizzato da un delicato equilibrio tra domanda e offerta. Dopo il picco dei prezzi del petrolio verificatosi all’inizio del 2022, il costo al barile si è stabilizzato intorno agli 80 dollari. Dato che questo valore è considerato sostenibile sia dai consumatori che dai fornitori, l’OPEC spera in un futuro aumento della domanda.
Anche se le compagnie petrolifere e del gas stanno registrando profitti record, si trovano comunque di fronte al dilemma per il quale, se da un lato gli investitori richiedono rendimenti elevati, dall’altro lato continua a crescere la pressione per una transizione energetica verso fonti più sostenibili.
Nonostante l’Agenzia Internazionale dell’Energia (AIE) abbia dichiarato che sarebbe meglio non aggiungere nuovi giacimenti per lo sfruttamento di tali risorse (così da raggiungere l’obiettivo di emissioni zero entro il 2050), nel 2024 si sono registrati ancora numerosi progetti di esplorazione e produzione in tutto il mondo.
Le regioni più attive nell’estrazione di petrolio e gas includono:
- Sud e Centro America, dove il Brasile, la Guyana, il Messico e l’Argentina sono in prima linea;
- Nord America, dove Shell ha investito nello sviluppo del giacimento di gas Sparta;
- Africa, dove si sta osservando una forte espansione in Nigeria, Angola, Senegal e Namibia;
- Europa, dove la Norvegia ha approvato 19 nuovi progetti, per un valore complessivo di 18,5 miliardi di dollari;
- Asia, dove la Malesia e la Nuova Zelanda stanno incrementando le attività di esplorazione.
La transizione energetica e le iniziative globali
Anche se sembra persistere un’apparente resistenza del settore dei combustibili fossili, molte aziende e governi stanno lavorando per accelerare la transizione energetica. Le principali strategie includono:
- cattura e stoccaggio del carbonio (CCS): tecnologie che permettono di catturare la CO2 emessa dalla combustione delle risorse naturali e immagazzinarla nel sottosuolo. Il costo elevato e il consumo energetico richiesto rendono però questa soluzione ancora poco diffusa;
- investimenti nelle energie rinnovabili: sempre più compagnie petrolifere stanno investendo in energia eolica, solare, bioenergia e idrogeno. Tuttavia, Greenpeace critica il fatto che questi investimenti siano ancora marginali rispetto ai finanziamenti per i combustibili fossili;
- eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili: molti economisti e ambientalisti sostengono che eliminare i sussidi governativi per il carbone, il petrolio e il gas aiuterebbe a rendere le energie rinnovabili più competitive sul mercato;
- innovazione tecnologica: la stampa 3D, ad esempio, sta iniziando a trovare applicazione nel settore energetico, con la produzione di componenti per impianti petroliferi e la riduzione degli sprechi.
In Europa, Paesi come la Danimarca e la Norvegia hanno dato il via alla sperimentazione di tecnologie avanzate di stoccaggio del carbonio, mentre in Nord America sono stati lanciati nuovi impianti di cattura diretta dell’aria (DAC). Anche in Asia e Medio Oriente emergono iniziative per una produzione energetica più sostenibile.
In conclusione, i combustibili fossili restano una componente essenziale del sistema energetico globale, ma la loro dipendenza sta progressivamente diminuendo. L’urgenza di ridurre le emissioni di gas serra e di limitare gli effetti del cambiamento climatico sta spingendo governi e aziende a investire in tecnologie più sostenibili. Il ritmo della transizione energetica non è però ancora sufficiente per rispettare gli obiettivi climatici internazionali.
L’adozione di politiche più ambiziose, il miglioramento delle tecnologie di energia pulita e la riduzione dei finanziamenti per i combustibili fossili sono passi fondamentali per garantire un futuro energetico sostenibile.
Mentre alcune nazioni stanno accelerando il passaggio alle fonti rinnovabili, altre continuano a espandere la produzione di petrolio e gas, creando una situazione contrastante. Il futuro dell’energia dipenderà quindi dalla capacità globale di trovare un equilibrio tra sviluppo economico e tutela ambientale.