Imprese e Tech Intensity per la crescita
La Tech Intensity è un concetto formulato e lanciato da alcuni magnati dell’industria dell’information tecnology, il cui fulcro è la promozione della digitalizzazione aziendale. Il paradigma si basa sul principio secondo cui solo abbracciando la tecnologia e aiutandone al contempo lo sviluppo, sarà possibile rimanere competitivi nel mercato del futuro.
La tech intensity come motore per la crescita
Il largo impiego di tecnologia e digitalizzazione non è infatti sufficiente a rendere competitiva un’azienda. Questa deve essere, invece, in grado di investire su quella stessa tecnologia di cui fa uso migliorandola ed evolvendola, così da creare costantemente qualcosa di nuovo e potenzialmente più utile.
Tale concetto all’apparenza complesso è ciò che sta alla base della tech intensity ed è in verità molto semplice da comprendere, perché non fa altro che fondere insieme la tech adoption (cioè l’utilizzo della tecnologia) e la tech capability (cioè le potenzialità di sviluppo tecnologico).
Esistono poi altri due punti cardine legati alla tech intensity, di cui ogni impresa che desidera abbracciare al cento per cento il concetto di digitale dovrebbe tenere conto:
- il primo è il non perdere mai di vista ciò che rende unica la propria azienda, concentrando sforzi e risorse per esaltare questo particolare aspetto distintivo;
- il secondo, invece, è una scelta accurata dei partner con cui si decide di collaborare.
Il vantaggio competitivo, seguendo questi semplici principi, è pressoché assicurato secondo quanto sostengono i grandi esponenti dell’information tecnology. Con previsioni di crescita facilmente quantificabili in base agli investimenti fatti nel digitale.
Esempi di nuove tecnologie frutto della tech intensity
Il concetto di tech intensity può sembrare molto aleatorio ad un primo sguardo, soprattutto perché è il risultato della fusione di una mentalità culturale messa al servizio di processi aziendali. Esistono però esempi concreti di grandi aziende che, seguendo le poche linee guida indicate nel paragrafo precedente, sono riuscite a determinare in autonomia la propria evoluzione.
Una nota casa automobilistica, ad esempio, ha investito largamente sul cosiddetto “intelligent agent”: un sistema di intelligenze artificiali il cui scopo è quello di assistere nella guida il conducente e di tenergli compagnia, mentre continua ad “imparare” grazie allo sharing di dati in cloud.
Un’azienda alimentare, invece, sta impiegando alcune IA nei processi di controllo e classificazione del grano. Il collegamento del sistema ad una piattaforma IoT agevola l’identificazione di eventuali tossine presenti nelle spighe e monitora costantemente la catena di produzione, dalla raccolta fino al consumatore.
Anche l’industria dell’abbigliamento sta lavorando alacremente all’integrazione di tecnologia intelligente all’interno dei propri store, siano essi online o offline. Un esempio concreto è il Magic Mirror, uno specchio che montato in negozio permette di identificare il cliente che lo sta utilizzando, dandogli consigli di moda in tempo reale, in base al suo stile.
La tech intensity però non riguarda solo l’evoluzione tecnologia fine a se stessa, ma anzi uno dei suoi focus primari è la sicurezza informatica. Non si può sperare in un’evoluzione digitale senza essere ben protetti da attacchi di hacker, furti di dati e simili. Ecco perché alcune delle IA sopra citate, trovano largo impiego anche nella cyber security.
Concludendo, si può asserire che ogni azienda, persino quella che all’apparenza è più distante dal mondo informatico per principi e funzionamento, può e deve trarre beneficio dalla digitalizzazione. La Tech Intensity è alla portata di tutti e sarà il vero futuro del mercato globale.